Sei davanti alla pagina bianca del tuo primo libro. Hai già in testa tutta la storia che ripercorri nei tuoi pensieri da anni e finalmente hai trovato l’ispirazione e il coraggio per metterla su carta. Ora però, ti assalgono mille dubbi. Posso davvero scriverla esattamente come l’ho pensata? O forse è meglio fare prima una ricerca sui trend del periodo e aggiustarla un po’ per renderla più vendibile?
Oppure sei un autore che ha già pubblicato, ma hai la sensazione che il tuo libro non sia stato capito o non si sia inserito bene nel mercato editoriale con la conseguenza che le vendite non sono propriamente decollate. Ti viene quindi la tentazione di abbandonare la tua musa ispiratrice per dedicarti a qualcosa di più spendibile, con più appeal per il grande pubblico e quindi, per gli editori.
Perché, nonostante le frustrazioni del momento, vi consigliamo di non fare troppi calcoli e di seguire sempre l’ispirazione?
Innanzitutto perché il rapporto che l’autore crea con i suoi lettori deve essere il più autentico possibile. Scrivere, prima che un mestiere, è un’espressione dell’anima; una forma di svelamento del sé. Per alcuni può essere un esercizio terapeutico – anche inconsapevole – per calmare le inquietudini che gli si agitano dentro; per altri è un modo di dare sfogo alla propria sconfinata immaginazione, inventando storie curiose e originali che portano il lettore a viaggiare tra gli infiniti mondi possibili; altri ancora hanno la straordinaria capacità di raccontare storie comuni, magari un vissuto personale, che però ha un respiro universale in grado di far sentire ogni lettore compreso nel profondo, come se l’autore parlasse proprio di lui.
Ebbene in tutti questi casi la vera scintilla tra autore e lettore scatta solo se chi scrive ha messo sul piatto se stesso. E ciò non significa scrivere di sé – si può essere pienamente autentici anche raccontando storie fantastiche o completamente inventate – bensì immaginare di poter dire al lettore: Questa è la mia storia, te la affido, spero che riuscirà a intrattenerti.
Intendiamoci: i trend editoriali contano. Il mercato conta. Vendere conta.
Se avete scelto di fare della scrittura il vostro mestiere, è evidente che sperate di renderla un’attività remunerativa, ma se cercherete di scrivere un thriller storico solo perché è un genere che vende, senza che quel tipo di tema sia nelle vostre corde, i vostri lettori se ne accorgeranno.
Questo ci porta all’altro motivo per cui conviene restare fedeli a se stessi.
Ci sono opere che hanno avuto il potere di direzionare il mercato, pensiamo a Twilight per i libri sui vampiri, alle Cinquanta Sfumature per la narrativa erotica o alle Storie della Buonanotte per bambine ribelli nella narrativa dell’infanzia. Che piacciano o meno, si tratta di testi che hanno creato (o reinventato) un genere e dai quali sono discese, a cascata, infinite imitazioni che ovviamente non hanno venduto come gli originali.
Senza avere velleità di scrivere il libro che rivoluzionerà un genere (anche se…mai dire mai!) diciamo che è sempre meglio provare a immettere sul mercato qualcosa di nuovo, piuttosto che sgomitare per inserirsi in un mare nel quale non sareste che gocce.
Lo staff della Nova Editoria è a disposizione per aiutarvi a trovare il giusto compromesso tra la vostra storia e i trend del mercato editoriale, ed è sempre al lavoro per per aiutarvi a districare i pensieri su questo e altri temi che affronteremo di volta in volta nel blog.
Se avete richieste, dubbi o un interesse specifico per qualche argomento su cui vorreste un approfondimento, non esitate a scriverci usando il nostro form di contatto.