Tra tutti i nostri articoli pubblicati, quello più popolare è sicuramente Il conto vendita in libreria, della nostra bravissima Enrica Antonini.
Con un’esposizione molto chiara e professionale, Enrica ci spiega tutti i retroscena e gli elementi peculiari di questa pratica, a cui molti autori – specialmente quelli alla loro prima pubblicazione – si rivolgono.
La motivazione principale, che spiega l’interesse verso questo argomento, va ricercata soprattutto nei problemi che le piccole case editrici hanno con la distribuzione.
Come Alvise Canal spiega, in modo molto accurato, in questo articolo
I distributori risentono più di tutti delle dinamiche monopolistiche dei grossi gruppi editoriali e sono un grave rischio per l’editoria italiana. La distribuzione è colei che fa il buono e il cattivo gioco sul mercato, colei che decreta il successo o meno di un libro. Se un romanzo vende è per lo più “merito” della distribuzione la quale, sottostando alle grandi CE, rischia anche di limitare il pluralismo e di ridurre in modo significativo la vivacità dell’industria editoriale in Italia.
Ma cosa significa, in parole povere?
Facciamo l’esempio dei libri a marchio Mondadori. In qualsiasi libreria vi recherete, grande o piccola che sia, in qualsiasi parte d’Italia, troverete con facilità i libri di questa casa editrice. E anche nel malaugurato caso che non sia presente il titolo da voi desiderato, sarà comunque facile ordinarlo e reperirlo nel giro di pochissimi giorni.
Quando invece si tratta di titoli editi da piccole o medie case editrici, la situazione si fa molto più complicata. A seconda del distributore (che raramente sarà uno dei maggiori, in grado di far pervenire i testi in tutto il Paese), reperire il titolo che cercate sarà più o meno complesso e, molto spesso, vi faranno storie anche per un eventuale ordine.
E lo stesso discorso vale anche se vi rivolgete alle grandi catene libraie per trovare il testo che cercate.
Bene, tutto questo è dovuto alla distribuzione.
Per sopperire a questo problema capita spesso che le piccole e medie case editrici stringano degli accordi con alcune selezionate librerie del loro territorio.
E capita, ancora più spesso, che gli stessi autori consegnino personalmente alcune copie del proprio lavoro ad alcuni punti vendita con la formula, appunto, del conto vendita.
La distribuzione diventa così uno dei principali problemi che un autore esordiente deve affrontare in quanto limita drasticamente la fetta di possibili lettori che potrebbero apprezzare la sua opera.
Ed è anche il motivo per cui la maggior parte dei testi di autori esordienti, non supportati da grandi marchi, hanno il loro principale sbocco di vendita negli store online.
Ultimamente, però, abbiamo avuto la possibilità di renderci conto che si stanno sviluppando delle nuove dinamiche che offrono agli autori delle differenti e interessanti opportunità.
Sono infatti numerosi i titolari di esercizi commerciali, diversi dalle librerie, che ci scrivono per avere informazioni sulle possibilità offerte dal conto vendita.
Si tratta di esercizi di diversa tipologia, ma soprattutto di edicole.
La digitalizzazione delle testate giornalistiche ha infatti colpito duramente questa categoria, che per poter sopravvivere si è adoperata per ampliare la propria offerta.
Sempre più spesso, infatti, all’interno delle edicole è possibile trovare testi letterari e albi a fumetti.
E, ci teniamo a precisarlo, si tratta di pubblicazioni di valore, che nel corso del tempo hanno cancellato il preconcetto che relegava le pubblicazioni vendute in edicola a sotto-generi di basso livello.
L’interesse dimostrato da questi esercizi nei confronti della letteratura e del conto-vendita rappresenta, a nostro avviso, un’ottima opportunità per gli autori esordienti, che potrebbero usufruire di nuove vetrine (ampiamente diffuse sul territorio) godendo di quella visibilità che le librerie, appannaggio delle grandi C.E., negano loro.
L’incontro di queste due realtà potrebbe essere vantaggioso per entrambe le parti: da un lato, infatti, contribuirebbe a mantenere in piedi degli esercizi che, altrimenti, nel corso del tempo sarebbero destinati a scomparire a causa della concorrenza digitale.
Dall’altro, permetterebbe agli autori di godere dei vantaggi di una migliore distribuzione.
Pensando più in grande e a lungo termine, poi, questi stessi benefici potrebbero estendersi anche alle piccole e medie case editrici, che sfruttando le possibilità del conto assoluto, avrebbero nuovi punti vendita che non dovrebbero sottostare ai ritmi di ricambio imposti dalle grandi catene.
Cosa pensate di questa prospettiva? Ritenete che possa rappresentare una risorsa interessante?
Immagine di Luis Eduardo Bastias da Pixabay