Un bentrovato a tutti i nostri amici lettori e bentornati in questa rubrica che si occupa di scoprire quali siano i motivi che hanno portato un libro o una saga al successo, trasformandoli in un caso letterario.
Oggi ci occupiamo di Twilight, la saga di Stephenie Meyer che ad oggi ha venduto più di 116 milioni di copie nel mondo.
Si tratta di un paranormal romance, con elementi fantasy e horror, destinato principalmente a un pubblico young adult ma che ha riscosso un grandissimo successo anche tra fasce più alte d’età.
La saga principale è composta da quattro libri (Twilight, 2006, New Moon, 2007, Eclipse, sempre del 2007, e Breaking Down, 2008) – gli anni di riferimento sono quelli della pubblicazione italiana curata da Fazi Editore – seguiti poi, nel tempo, da La breve vita di Bree Tanner, nel 2010, Life and Death: Twilight Reimagined (la stessa storia di Twilight ma con i personaggi scambiati di sesso), nel 2015 e, infine, dal recentissimo Midnight Sun, pubblicato nel 2020 e che abbiamo recensito per voi in questo articolo.
La storia è fin troppo famosa: la giovane Bella Swan, adolescente insicura e impacciata, si trasferisce a vivere con il padre nella cittadina di Forks, dove trova molte difficoltà a sintonizzarsi con i suoi coetanei.
Tutto cambia quando fa la conoscenza di Edward Cullen, un giovane bellissimo ma altero e scostante.
Una serie di incidenti quasi mortali, però, li spingono ad avvicinarsi e Bella scopre la sua vera identità: Edward è un vampiro e vuole il suo sangue.
Lungi dall’esserne spaventata, la ragazza è ormai perdutamente innamorata e farà di tutto pur di far parte del suo mondo.
Inizia così una delle storie d’amore più conosciute e appassionanti degli ultimi vent’anni.
La saga di Twilight, benché abbia riscosso tante critiche quanto apprezzamenti, rientra di fatto nella classifica, stilata dallo scrittore James Chapman nel 2012, dei libri più letti (e acquistati) negli ultimi 50 anni. Al tempo, i dati di vendita si aggiravano intorno alle 43 milioni di copie vendute. Calcolando che nel 2020 eravamo a circa 116 milioni, significa che in meno di un decennio sono state vendute ben 73 milioni di copie.
Appare piuttosto scontato che i dati di vendita siano stati fortemente incrementati dall’uscita delle trasposizioni cinematografiche (cinque film tra il 2008 e il 2012), che hanno incassato ai botteghini un totale che supera i 3,3 miliardi di dollari nel mondo e che hanno aperto le porte a un giro multimilionario di merchandise.
Oltre a questo, la saga della Meyer ha creato una vera e propria fandom di appassionati, che non solo hanno ridato vita alla corrente letteraria sui vampiri che, tolti i grandi classici storici, era tendenzialmente agonizzante, ma è stata anche il nucleo centrale da cui ha ripreso vita il genere erotico capeggiato da Cinquanta sfumature di Grigio, nato come fanzine realizzata dall’autrice E. L. James (potete approfondire l’argomento nell’analisi del caso dedicata, in questo articolo).
La storia, di per sé, non è particolarmente originale. Il tema dell’amore impossibile, contrastato, che vince su tutto è un classico che più classico non si può.
Senza contare le diverse accuse di plagio subite dall’autrice.
Anche il tema del vampiro con una coscienza, “con un cuore” – tanto per citare un elemento ricorrente all’interno della saga – è un concetto fin troppo familiare fin dai tempi di Intervista col vampiro (film del 1994).
Quindi la domanda resta sempre la stessa: cos’è che ha reso questa saga tanto popolare? Quali sono i motivi del suo successo?
Probabilmente, la risposta va cercata all’interno degli elementi archetipici che costituiscono la struttura fondante del testo, primo tra tutti la contrapposizione tra Eros e Thanatos.
Bella rischia costantemente la morte stando con Edward e lui lo sa (tant’è che, a un certo punto, la lascia “per proteggerla”), ma entrambi combattono costantemente la propria natura pur di stare insieme.
L’intera storia gioca su questo filo conduttore, riuscendo a suscitare nel lettore delle emozioni profonde a livello inconscio.
C’è poi la questione dell’accettazione.
La protagonista si sente costantemente fuori posto nel “mondo umano”. Il giovane vampiro la fa sentire, per la prima volta, non solo accettata, ma anche bella, amata, protetta, addirittura venerata.
Oggi viviamo in un mondo in cui siamo costantemente messi di fronte a modelli inavvicinabili, che ci spinge ad essere sempre insoddisfatti di noi stessi a paragone di “come dovremmo essere”. E questa insicurezza, questo senso di inadeguatezza costante sono elementi che caratterizzano in modo particolare gli adolescenti che riescono, quindi, a identificarsi nella protagonista a un livello profondo.
Ai nostri giorni, inoltre, queste emozioni sono sperimentate anche da fasce di età più alte, cosa che – almeno in parte – spiega il successo di quest’opera anche tra i non più teenagers.
Bisogna inoltre considerare il personaggio di Edward che, per quanto possa sembrare assurdo dirlo, è il sogno di qualunque ragazza: incarna la concezione stessa dell’amore adolescenziale che brucia come un incendio e si nutre di passione e tormento.
Non ci sono lavoro, calcetto, amici o videogiochi a contendere la sua attenzione e il suo tempo: la sua esistenza gira intorno alla ragazza che ama.
Le scene in cui lui passa intere notti con lei, solo per ammirarla mentre dorme, solo per tenerla stretta tra le braccia, non possono non colpire la fantasia di un’adolescente.
Edward Cullen è il principe azzurro delle favole; anzi, è ancora meglio, perché incarna anche la figura del bello e dannato che, oltretutto, “regala” anche una nuova famiglia, ricucendo la sofferenza vissuta dalla protagonista per la separazione tra i suoi genitori.
Insomma, grazie all’amore del suo vampiro, Bella trova la sua collocazione nel mondo.
Poco importa che Edward Cullen sia anche un manipolatore, un essere essenzialmente autoritario ed egoista, che pretende sempre di sapere quale sia la cosa migliore: tutte queste “imperfezioni” non fanno altro che renderlo più “realistico” – passatemi il termine – e per questo anche “l’uomo ideale”, almeno a livello letterario.
Per continuare con la nostra valutazione, il prossimo elemento di cui tenere conto è l’immancabile presenza del triangolo amoroso.
Infatti, che storia d’amore sarebbe senza la presenza di un rivale? E per competere con Edward Cullen, per di più, deve essere un rivale con i fiocchi: ecco quindi arrivare Jacob Black.
Come dice lui stesso, Jacob sarebbe un’alternativa molto più sana, per Bella.
“Io sono perfetto per te. Per te sarebbe facile come respirare con me.”
Jacob è forte, passionale, spensierato, solare, paziente e innamorato.
Il suo personaggio è realizzato con una cura tale da aver conquistato i fan della saga, che si dividono equamente nel tifo per il vampiro e il licantropo.
La cosa non è affatto difficile da comprendere se si ripensa al quadro tratteggiato dalla possibile vita con Bella. Non si tratta di una vita immortale, non è una “favola”, ma qualcosa di molto più “normale” che, non è difficile immaginarlo, risulta molto più attraente per una bella fetta delle lettrici di questi romanzi.
Altro elemento di fondamentale importanza è rappresentato dallo stile.
Twilight non è un capolavoro letterario, non sarà mai studiato nelle scuole, ma è scritto con una forma semplice e lineare che, tuttavia, riesce a scavare in profondità nelle emozioni umane, riuscendo a farle rivivere con un’intensità che lascia sorpresi.
L’autrice è in grado di far sentire i silenzi e ha un’innata capacità di descrivere le sensazioni della protagonista con un’incisività che lascia stupiti.
«Non hai fame?» chiese lui distrattamente. «No». Non mi andava di dirgli che avevo lo stomaco pieno… Di farfalle.
Sentii il pavimento di legno liscio sotto le ginocchia, poi sul palmo delle mani e infine contro la guancia. Speravo di svenire, ma purtroppo non persi conoscenza. Le ondate di dolore da cui prima ero stata appena sfiorata ora si innalzavano di fronte a me e mi si infrangevano addosso, trascinandomi giù.
E dal fondo non riemersi.
[…] Mentre io me ne rimanevo da solo con il mio astio e un dolore talmente forte da assomigliare a una tortura. Come se mi trascinassero lentamente su un letto di lamette. Un dolore tanto forte che accoglieresti la morte con un sorriso, pur di liberartene.
Tre citazioni, da tre libri diversi, che rappresentano in modo perfetto le capacità dell’autrice.
La Meyer sfrutta gli stessi trucchi usati dalle sorelle Brönte e dalla Austen – tanto che spesso sono citate all’interno del testo – racconta le stesse storie con un linguaggio più moderno, scatenando nei lettori gli stessi meccanismi di proiezione che hanno permesso a quelle autrici di sopravvivere immortali fino ad oggi.
Vorrei inoltre aggiungere una postilla che, però, riguarda una valutazione strettamente personale e non supportata da nessun dato empirico.
Nonostante tutti gli elementi fino a qui presentati, sono convinta che il punto di svolta per il successo di questa saga sia rappresentato dal secondo volume: New Moon.
Twilight è sicuramente un successo, ma è una storia come tante, scritta bene e che invoglia a proseguire, ma fondamentalmente banale.
Breaking Down è la conclusione; esplora temi differenti, cambia il ruolo stesso della protagonista e lo stile di narrazione (che per gran parte del volume è affidata a Jacob).
Eclipse è il bellissimo anello di congiunzione.
Ma, tra tutti, New Moon è il romanzo che cambia la marcia della saga, quello più sentito, che riesce a richiamare in superficie le emozioni (e i ricordi, nel caso di lettori un po’ più grandi) più profonde. È questo il romanzo che conquista in modo indissolubile.
Ed è il romanzo in cui Edward Cullen, di fatto, non c’è.
Seppure, ripeto, si tratta di una convinzione personale di chi scrive – convinzione che, peraltro, si è rafforzata dopo l’uscita di Midnight Sun – ritengo comunque che sia un elemento importantissimo, su cui vale la pena riflettere.
In ogni caso, per concludere e tornare all’argomento principale di questo articolo, i motivi che hanno portato al successo questa saga possono essere riassunti nei seguenti punti:
- La storia basata sul conflitto continuo tra Eros e Thanatos
- La facilità con cui i lettori riescono a immedesimarsi nei protagonisti
- I temi sottostanti alla trama principale (senso di inadeguatezza, bisogno di accettazione, legami familiari…) che riescono a coinvolgere il lettore a livello profondo
- Una storia che richiama gli elementi dei grandi classici
- Uno stile semplice, lineare eppure di grande effetto, che rende piacevole la lettura di questi romanzi da parte di chiunque
Una serie di elementi che possono essere anche considerati banali ma che, di fatto, rappresentano il nucleo centrale del successo dell’opera di Stephenie Meyer che, a distanza di quasi vent’anni, fa ancora parlare di sé.
Voi siete d’accordo con questa nostra valutazione? Siete tra gli amanti o i detrattori della saga?