FESTIVAL

Racconto in concorso

FESTIVAL

Di Luca Cerretti

“Buonasera. State comodi, state comodi prego, non alzatevi, non ce ne è bisogno.
Mi fate sentire troppo importante, non mi mettete in imbarazzo, su, per favore, grazie, grazie… basta così. Sarò breve, credo, spero, è un po’ caldo qui dentro, ma forse è la mia pelliccia, mi dovrò rasare prima o poi. Mi ero scritto un discorso, era troppo lungo però, durava 15 minuti, non mi sembrava il caso, e poi lo so che il tempo è prezioso, il mio e il vostro, e quindi cercherò di non esagerare, di essere conciso e anche di non essere troppo noioso. Intanto vi devo ringraziare senza di voi non sarei mai stato qui.
Siete voi che siete corsi a vedere i miei film, anche quelli che non erano… non vorrei essere scortese con i registi e i produttori… allora diciamo che non sarebbero stati premiati nei festival cinematografici più prestigiosi tipo questo che per me rimane il più importante al mondo… senza di voi io sarei ancora un abominevole uomo delle nevi senza arte né parte, un termine ormai dispregiativo lo so, che non andrebbe più utilizzato, ma essendo l’ultimo esemplare della specie so che non ci sarà nessuno che domani mi attaccherà sui social, anche se devo dire che ci sono tanti che ancora mi confondo con lo Yeti, sì è vero da un certo punto di vista magari possiamo assomigliarci pure, posso capire la confusione, ma sarebbe come confondere cinesi e coreani.
Cosa vi devo dire? L’Oscar alla carriera non me lo aspettavo, è stato davvero un grande regalo dei giurati dell’Academy. E io lo voglio dire senza falsa modestia, c’erano alcuni colleghi che secondo me lo avrebbero meritato, hanno realizzato molti film importanti e prestigiosi, sono sopravvissuti ad Hollywood per tanti decenni e per me avrebbero dovuto premiare loro, non farò nomi, non mi sembra professionale, e poi sarebbe un lungo elenco, però  ho accettato il premio con grande entusiasmo ma anche con tanta vergogna, non sapevo se me l’ero meritato davvero, mi sembrava un furto… però ero contento, e quando mi hanno chiamato sul palco mi sarei messo a piangere ma per fortuna mi sono contenuto, anche se ero talmente nervoso che mi sono strappato dei peli dal braccio, faccio così quando divento nervoso, lo facevo anche da piccolo e mia madre, poveretta, mi doveva legare le braccia con i licheni, perché aveva paura che potessi sviluppare una di quelle perversioni sadomasochistiche… mia madre sarebbe stata orgogliosa di vedermi in televisione, a ritirare quel premio, purtroppo ha vissuto solo 342 anni, è morta molto giovane, ma all’epoca c’erano delle malattie tremende che non si potevano curare, e la cosa peggiore è che non ha visto iniziare nemmeno la mia carriera… io dopo le scuole, finite a fatica, avevo iniziato facendo lo spaventa turisti… un lavoro infame ma serviva per portare il cibo a casa, non un granché, lo faceva anche mio padre prima di scappare via con un bigfoot albino, devo dire che ripensando a quel periodo un po’ me ne vergogno, ma bisogna pure iniziare da qualche parte, ma la mia grande fortuna è stata l’incontro con Walter Kowasky che era venuto sulle montagne per fare un’escursione con la sua giovane amante, mi notò mentre passava nella mia zona… non so cosa ci abbia visto in me, lui cercava il protagonista per il suo film Il Mostro delle fragole… appena mi vide pensò che fossi perfetto per la parte, io non avevo neanche mai pensato di poter recitare, fare l’attore, è stata una cosa del tutto inaspettata, e invece davanti alla telecamera… be’ non subito magari ma poi mi sono trovato a mio agio… il regista, il grande Tony Richard che vorrei ricordare con affetto stasera, mi disse che dovevo essere me stesso, e io l’ho seguito alla lettera, non ho mai fatto corsi di recitazione, ho imparato tutto dal set, rubando dai miei colleghi più esperti e dai registi con cui ho lavorato, i miei grandi maestri. Ho avuto anche la fortuna di incontrare il grande Mike… inutile cantare le sue lodi, lo conoscete meglio di me, quando abbiamo deciso di fare il Mostro in paradiso fu un progetto rischioso, si parlava anche di religione, spiritualità, argomenti non proprio facili…e invece è stato un grande successo in tutto il mondo, tre Oscar e da lì… ho sempre lavorato, non mi posso certo lamentare… ci sono stati periodi in cui facevo anche 6 film all’anno… io non sapevo mai dire di no… e poi sul set de La vita antropomorfa, ho incontrato la mia compagna Paulette, che stasera è anche qui con noi, su non fare la timida, dai alzati in piedi, prenditi anche tu un applauso… guardate che splendida Sasquatach… penso di aver parlato troppo… spero di poter lavorare ancora altri 100 anni, non voglio essere troppo ambizioso… vi ringrazio ancora e sono convinto che il mio nuovo film vi piacerà… cari critici mi raccomando non andateci giù pesante… scherzo… buona visione…”