Con Cinquanta sfumature di grigio, uscito nel 2011 e seguito a ruota da Cinquanta sfumature di nero e da Cinquanta sfumature di rosso (entrambi del 2012), la trilogia della scrittrice statunitense E. L. James (pseudonimo di Erika Leonard) ha venduto 125 milioni di copie e i diritti sono stati venduti in 52 paesi.
Nel 2015 è uscito il primo adattamento cinematografico, con Jamie Dornan e Dakota Johnson, che ha incassato nel primo weekend di programmazione ben 311 milioni di dollari.
La trama è abbastanza scontata: Anastasia Steel, una giovane e ingenua ventunenne, grazie a un caso fortuito si trova a conoscere Christian Gray, un ventisettenne, bello, affascinante e ricchissimo che, per di più, è anche a capo di una multinazionale di ampio respiro.
Gray, però, è anche un maniaco del controllo e dominatore sessuale e riesce a coinvolgere la ragazza in una strana relazione sadomaso a base di amore, contratti di riservatezza, incomprensioni, sesso sfrenato e risvolti psicologici inaspettati.
Sin dalla sua uscita, Cinquanta sfumature di grigio è stato al centro di un’accesissima discussione e bombardato di critiche da ogni lato.
La cosa interessante è che la maggior parte delle persone o non ammetteranno di averlo letto, oppure ne parleranno malissimo.
Se si fa una breve ricerca online sui motivi del successo di quest’opera, la risposta più comune si può riassumere in “perché oggi va più il sesso virtuale di quello reale”; esperti letterari e critici lo definiscono pura spazzatura scritta anche male.
Eppure non si può assolutamente negare che questo romanzo sia stato un vero e proprio caso letterario a livello mondiale. A questo punto vale davvero la pena di domandarsi il perché.
Personalmente ritengo che fermarsi al concetto che “il sesso vende” o che il virtuale è di moda sia molto riduttivo per spiegare il successo di quest’opera e che valga la pena analizzarla un po’ più in profondità.
Partiamo da genere.
Cinquanta sfumature di grigio è un romance erotico, un genere che ha avuto uno dei suoi momenti di massimo splendore verso la metà degli anni ‘80 grazie alla collana Harmony, che tutt’oggi vende circa 6 milioni di copie l’anno.
Tuttavia non troverete mai un romanzo Harmony in una classifica letteraria, perché ogni pubblicazione viene ritirata dopo soli pochi mesi e sostituita con altro.
Le storie di questa collana sono per lo più incentrate su amore e sesso e sono scritte con un linguaggio tale da consentire una piacevole lettura anche a livelli di cultura bassissimi.
Solo che, dopo tanti anni, le storie raccontate sanno un po’ di stantio e, di conseguenza, il romanzo E. L. James va a rappresentare una novità in un campo in pratica senza rivali.
E già questo è uno dei motivi che ne decretano il successo: il genere giusto al momento giusto.
La rapida diffusione è un altro elemento interessante difatti, come detto poco sopra, sono pochi quelli che ammettono di averlo letto con piacere (proprio come pochissimi ammetterebbero di aver letto degli Harmony).
È probabile che la causa vada ricercata nei radicati tabù sociali legati al sesso e nella stigmatizzazione dei cultori del genere, ma è comunque innegabile che il passaparola abbia generato il primo effetto cascata che ha portato Cinquanta sfumature di grigio al record di maggior numero di vendite in un periodo relativamente breve (record non raggiunto neppure da Harry Potter, che pure è unanimemente considerato una delle più grandi opere del secolo).
Quindi, nessuno ammette di averlo letto ma abbiamo milioni di copie vendute in meno di un anno.
A questo punto non posso fare a meno di pensare che coloro che definiscono questa saga “porno per donne” – o pornoharmony, proprio per la famosa collana – ostentando anche un certo disprezzo, dimostrino una certa chiusura mentale inchinandosi ai dettami della morale comune senza chiedersi perché proprio quest’opera (quando di testi erotici è pieno il mondo) abbia ottenuto tanto successo.
Che il porno venda è un fatto incontestabile (e lo dimostra la lunga vita di film e siti dedicati), come è incontestabile che molte delle pagine di questa trilogia sono dedicate a descrivere scene di sesso estremamente spinte.
Tuttavia, leggendolo ci si rende conto di come l’autrice si sia spinta oltre la descrizione del mero atto, concentrandosi più che altro sull’esplorazione della sessualità femminile.
Come ho già detto, ci sono tantissime opere dello stesso genere, ma di livello infinitamente più basso, per cui le critiche mosse all’opera di E. L. James avrebbero molto più senso.
Lo scopo della saga di Cinquanta sfumature, infatti, non è quello di procurare un piacere fisico momentaneo e immediato, ma di sublimare delle fantasie che poi con la realtà hanno poco o nulla a che vedere.
E il medium libro è quello che meglio si presta a incanalare le fantasie femminili.
Ne è riprova il fatto che i film, per quanto di successo, non abbiano poi lasciato il segno come avviene per altri generi: troppo reali e troppo poco fantasia.
I personaggi sono un altro elemento da considerare a fondo.
Anche qui ci sono state fin dall’inizio critiche impietose sul fatto che Anastasia sia “impossibile” come ventunenne (vergine, senza un pc, senza mai aver avuto un ragazzo…), senza rendersi conto che il suo personaggio è semplicemente complementare a quello del protagonista maschile, un vago ritratto (che comprende tutto e il contrario di tutto) in cui ogni donna può riconoscere parte (ma solo parte) di se stessa.
Ma le critiche sono rivolte soprattutto al personaggio di Christian Grey: il prototipo del maschilista, stalker, violento, prepotente, geloso, manipolatore e maniaco del controllo… insomma, l’apoteosi del dannoso e di tutto quello da cui bisognerebbe stare alla larga.
Ancora una volta chi fa queste critiche si dimostra miope.
Quello che molti non sanno, è che il personaggio di Christian Gray è basato su quello di Edward Cullen della serie Twilight (la saga nasce infatti come fanfiction di quella della Meyer), personaggio che ha fatto sognare ben più di un giovane cuore femminile
Gray, invece, proprio per la sua carica sessuale, incarna l’archetipo delle fantasie femminili più mature.
Da punto di vista delle fantasie, Grey è l’uomo ideale: bello da impazzire, affascinante, ricco, fin troppo fantasioso a letto, in grado di prendere in mano qualunque situazione, che non perde mai il controllo (se non per la donna che ama); incarna insieme, insomma, il concetto di maschile, di sicurezza (economica e non) e affidabilità.
Allo stesso tempo, però, è vulnerabile, ferito, complicato, con un passato traumatico di cui le perversioni sono un sintomo: stimola il lato materno e l’istinto protettivo di una donna.
Infine, e forse soprattutto, è un uomo che affronta se stesso e cambia grazie all’amore.
Insomma, un personaggio che riesce a toccare tutte le corde giuste della fantasia di una donna.
Sì, delle fantasie, perché poi, nella realtà, ogni donna sa che non è questo che realmente vuole.
Nonostante quello che sostiene la critica, inoltre, E. L. James è stata davvero brava a inserire tutto questo in una storia completa.
Il che non significa che si tratti di un capolavoro di letteratura degno del Nobel, ma che la storia ha comunque un suo perché, un suo sviluppo che si accompagna a quello psicologico dei protagonisti.
Lo stile di scrittura non è particolarmente brillante, questo è vero, ma è scorrevole e incisivo, senza eccessive volgarità che ne abbassino il livello, come invece è successo con le opere successive del genere a cui Cinquanta sfumature ha aperto le porte.
A partire dal successo di quest’opera, infatti, il genere erotico ha ripreso vigore portando molte case editrici a creare delle vere e proprie collane hot nel tentativo di cavalcare l’onda; sono tuttavia pochissimi i testi che possano considerarsi validi (forse solo la produzione di J. R. Ward che, pure, è molto più cruda e diretta, rispetto a quella della James), condannando la maggior parte della produzione all’oblio.
Per ricapitolare e concludere: i motivi del successo letterario di questa saga vanno ricercati principalmente:
- nella capacità che l’autrice ha avuto di comprendere la psicologia femminile;
- nella creazione di personaggi che, per quanto irrealistici, sono una manifestazione di fantasie condivise e archetipiche;
- nella capacità dell’autrice di inserirli all’interno di una storia complicata e coinvolgente che non mira solo alla descrizione degli amplessi;
- nel saper scegliere, a livello di marketing, un momento in cui il mercato non presentava nessuna forma di concorrenza per il genere e colmando una richiesta che non si sapeva neppure ci fosse.
Dite che è poco?
Voi avete letto la saga? Cosa ne pensate? Credete ci siano altre motivazioni per il successo di quest’opera? Diteci la vostra in un commento.