IL MITO DI LUCE E TENEBRA

Racconto in concorso

IL MITO DI LUCE E TENEBRA

Di Michaela Pinto

Questa è la storia di due Anime Eterne.

Forgiate dall’istinto superiore della Passione, in cui persino tutto e niente possono fondersi e dar vita alla Scintilla, in un mondo dove si vedono solo ardenti fiamme, scottante fuoco, soffocante fumo e si odono urla d’oltretomba.

Prima d’iniziare, però, a voi che state leggendo mi preme dare in dono l’arduo compito di ricordarvi della Speranza, quella che anche se agognata, non salverà i nostri protagonisti.

Questa è la storia di Luce, una guerriera instancabile di pura elettricità e splendente coraggio.

Di lei, gli umani raccontano le numerose gesta e sulle sue possenti ali dorate vengono intonati canti risonanti nell’Universo.

Molti la venerano, è in suo nome che vengono combattute guerre e battaglie fin da quando i mortali han memoria.

Ogni medaglia però ha sempre due facce e un risvolto inaspettato, così questa è anche la storia di Tenebra, principe dell’oscurità e divoratore di desideri.

Di lui vengono forgiate storie che terrorizzano gli adulti e ne vengono ricordate come monito per i più piccoli.

Le sue ali scarlatte vengono descritte come le porte del tramonto, la bellezza prima del buio più nero che inghiottisce qualunque cosa.

In un immortale legame che li unisce, guerriera e principe, per gli umani non possono che scontrarsi in un infinito gioco di sopravvivenza, ma proprio come il Sole non può sorgere di notte e la Luna mostrarsi alla luce del giorno, loro non possono annientare l’altro senza mettere fine anche ad una parte di loro stessi.

Ed è per questo che Luce e Tenebra non hanno mai conosciuto resa nel corso dei loro millenni, tenendosi testa l’un l’altra, tentando di sovrastarsi pur di regnare quel che rimane dei loro protetti.

 «Quanto tempo è passato dall’ultima volta che hai desiderato ardentemente di vivere?

E dopo quanto ti sei accorta che quel Desiderio si chiama Amore?»

La verità, quella più profonda e scontornata però è sempre stata un’altra.

Tra gli uomini si dice che tra l’odio più intrinseco e l’amore più travolgente c’è solo un piccolo filo che è facile spezzare e che in Guerra e in Amore tutto è lecito.

Allora è lecita anche una bugia.

Quella più recondita e sconvolgente.

Quella per cui uomini e donne sacrificano vite, immolandosi in qualcosa che cela solo un’enorme farsa.

Quella in cui Luce e Tenebra si desiderano più del potere stesso, in un connubio perfetto tra Bene e Male, tra Riflessi e Oscurità.

La verità è quella per cui l’inizio dei Tempi ha la sua genesi con la nascita dell’Amore più puro, quello mai provato da semplici mortali, generato dall’unione che consuma i due esseri più influenti e potenti dell’intero Universo conosciuto, che non si curano del mondo all’infuori di loro, finché non si sentono coinvolti in modo irreparabile.

Loro, colonne portanti di qualunque cosa, conosciuta e non, finiscono per logorarsi nella Passione per millenni, molto prima della comparsa dei loro popoli e sudditi.

Sì perché, l’Amore può lasciarti conquistare una Guerra ma può anche distruggerti nel profondo, cancellando qualsiasi colore, qualsiasi profumo, accecandoti dalla Paura e dall’Impotenza.

E allora l’Amore diventa Agonia.

I Sentimenti qualcosa da estirpare.

La Vita qualcosa da distruggere.

Gli umani, semplici pedine di una partita a perdere ancora e ancora, senza possibilità di redenzione.

Distruzione inizia ben presto a costruire macerie, in nome di una coppia oramai squarciata, trascinando in un vortice senza fine chiunque sposi la causa dell’una o dell’altra parte.

Secoli si protraggono e con loro generazioni che non vedono mai qualcosa di diverso della Morte.

E allora consapevoli di questo, i due Amanti Dannati scelgono d’incontrarsi un’ultima volta, mettendo fine allo sposalizio.

Da questo momento non ci sarà più nessun bilanciamento tra il loro potere, finalmente l’ago sceglierà da che parte stare.

Tutto accade durante l’Alba più chiara mai vista.

Luce, forgiata nella sua più lucente armatura, si libra tra i cieli, oppressa.

Il panorama sotto di lei, restituisce una visione inquietante della realtà, dove il suo Popolo oramai subisce da decenni.

Guerra, impetuosa e ingiusta.

Sangue e lacrime di gente che non ha mai desiderato altro che non sia la Salvezza.

Chiunque può soffermarsi su questo quadro e osservare intorno a sé, come mostra perfettamente la distruzione più profonda e malata che solo l’orrore della Guerra può regalare, ma che nessuno mai dovrebbe avere la sfortuna di ammirare.

Le ali le permettono una visione completa di quel che sta accadendo sul campo, decretando già in cuor suo che nonostante tutti quei sacrifici, nulla sarebbe mutato.

La sua Luce sta per spegnersi.

Si allontana così, sollevandosi ancora più in alto, in attesa di un addio.

Nei suoi occhi difficilmente si possono veder passare tutti i suoi anni, ma un ricordo in particolare non fa altro che stringerle il cuore più di altri, e questo è la nascita di Amore.

È come un tarlo per lei, che sia giorno, che sia notte.

Luce conosce la realtà nel profondo di sé stessa, sa che il passato le ha solo portato Rabbia e Oscurità e sa anche che tutto questo scempio ha poche possibilità di veder fine, ma che nessuna di queste contempla la Vita, la Vittoria, la Serenità.

O di nuovo l’Amore.

Nessuna di queste contempla il suo Amore per Tenebra.

Così ad ogni oncia di sentimenti che le assillano il cuore, la sua famigerata spada al fianco destro sembra logorarla di più, annientarla di più, cancellarla di più.

Chiude gli occhi, un battito di ciglia e rivede tutto.

L’affondo di un colpo.

Poi l’affondo di un altro.

E un peso che ricade ai suoi piedi mentre lei resta senza fiato.

Mentre un altro pezzo di lei va in frantumi.

Questa è la morte di Amore.

Distruzione, Malvagità, l’impeto della battaglia sono l’unica cosa che lei ricorda immediatamente dopo quel momento.

Lei ricorda solo il Dolore.

Ricorda la cecità, gli ideali ripetuti come un mantra, nati dalla Disperazione.

Il totale Disprezzo verso ciò che ha costruito.

Nessuna Luce può sopravvivere nelle Tenebre.

E adesso Amore significa solamente un altro affondo di spada.

«Ricordi com’era tutto questo prima di noi due?»

E quella voce, nonostante tutto, Luce l’avrebbe riconosciuta attraverso i millenni.

Tenebra se ne sta lì, come se nulla fosse cambiato, come se non fossero passati tra le loro mani così tanti avvenimenti.

Come se Amore fosse ancora lì, a scorrere e saettare tra loro due.

«Ricordo come tutto questo è iniziato.»

Tenebra ha atteso questo momento più d’ogni altra cosa, convinto che nonostante tutto, la Passione avrebbe fatto il suo corso.

Sì, lui, non ha mai smesso di Amare.

Ha provato ad ucciderlo con le sue mani il suo Amore, finendo sempre per scalfirsi da solo.

Ecco perché non ha mai creduto alla morte di Amore di Luce.

«Non hai mai voluto vedermi per evitare tutto questo.»

Luce non avrebbe mai potuto incontrare Tenebra.

Non dopo la distruzione del suo stesso io.

«Non sarebbe cambiato niente.»

«Sarebbe cambiato tutto.»

E poi non si dicono nient’altro.

Solo sguardi per un misero secondo.

Eppure quel misero secondo racconta di due Anime martoriate da qualcosa di più grande di loro, nonostante loro fossero il Divenire di ogni cosa.

Un attimo in cui anche l’aria sembra ritrarsi per lasciargli quella Pace prima della Tempesta. Una Pace ricolma di Rimpianto per quel che mai più sarebbe potuto tornare e che egoisticamente avrebbero voluto rincorrere.

Il secondo successivo invece la Lotta s’impossessa delle parole.

E così proprio come gli umani poco sotto quei cieli, iniziano una Guerra.

Uno scontro come mai stato prima e mai più ripetuto dopo.

Tra quei colpi c’è tutto quel che non si sono mai detti, tutto il bello, tutto il terribile, tutta l’assenza e tutta la presenza dell’altro.

Si affannano, alla ricerca di un appiglio che può catapultarli verso una soluzione, o che possa ferirli maggiormente.

Sanno, che questa è l’ultima volta.

Sono consapevoli che dopo questo, non c’è più nessun passo da compiere per loro due.

O Tutto.

O Niente.

O la Rivalsa.

O l’Annientamento.

O Luce.

O Tenebra.

«Niente di tutto questo potrà salvarci, né potrà salvare loro.»

Tenebra sembra disperato in quell’ultimo tentativo di resuscitare quel che non può più tornare in vita.

«Io non voglio salvarmi. Io non voglio salvarci.»

E allora lui, capisce.

Questa non è una partita alla pari e sicuramente, non finirà con un nuovo Inizio, ma bensì con una tragica e meritata Fine.

Poche parole, infiniti colpi.

Poi lui smette ogni mossa, lasciando cadere le sue armi e spalancando le sue ali.

«Tu vorrai pure non salvarci, ma io vorrò sempre salvare quella Luce che ha saputo illuminarmi il cammino. E quindi poniamo fine a tutto questo. Uccidimi.»

Le ginocchia di Tenebra picchiano il terreno, lasciandolo scivolare al cospetto dell’amata nemica, con regalità ed eleganza.

Luce diviene di ghiaccio.

Gli occhi che le hanno pronunciato quelle parole, sono gli stessi che ha visto non appena aperti i suoi per la prima volta.

Gli occhi di chi ha dato vita al suo Amore senza nessuna pretesa, imposizione o tornaconto.

Sono quelli della Tenebra per cui in passato si è ritrovata a tremare all’imbrunire e per cui ha gioito alla crescita del sole.

Anche lei cade sulle sue ginocchia.

Allunga una mano e per la prima volta dopo tanto tempo sfiora quella pelle che tanto le è mancata: quella del suo amato Amore.

«Sono stata così cieca Tenebra, convinta che tu avessi ucciso l’unica cosa che mi faceva sentire viva. Stupidamente, continuando a crederci invece, sono stata io a mettere fine ad Amore. Al nostro Amore.»

E lì, su quelle nuvole di Rancore e Pianto, entrambi decidono di comune accordo di mettere fine l’uno alla vita dell’altra.

Da quel gesto rinasce Amore, indiscusso Re del Sentimento Universale.

Custode di Verità e Bugie.

Sovrano di Luce e Tenebra.

Colui che dall’assenza acquisisce Indipendenza e che riesce a mettere fine alla lotta che i suoi stessi genitori non vinsero.

Colui che a voi ha imposto d’avere Speranza.

Non fugace come quella di chi gli ha dato la vita. Ma Eterna come quella di colui che neanche la Morte ha saputo spegnere per l’ultima volta.

15 risposte

  1. Lorenzo Miragliotta ha detto:

    Voto questo racconto.
    Michaela Pinto la migliore.

  2. Sofia ha detto:

    Voto questo racconto

  3. Ginevra ha detto:

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  4. Valeria ha detto:

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  5. Khady ha detto:

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  6. Chiara ha detto:

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  7. Alessia ha detto:

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  8. Giulia ha detto:

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  9. Alessandra ha detto:

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  10. Chiara ha detto:

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  11. gloria ha detto:

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  12. Arianna Giancola ha detto:

    ATTENZIONE: Vi ricordiamo che ogni singolo voto viene monitorato dallo staff di due redazioni. Eventuali irregolarità ripetute porteranno all’esclusione dalla competizione del racconto. Questo significa che non solo l’autore non potrà vincere il premio “Scelto dal Pubblico”, ma che non potrà neppure essere selezionato dalla giuria per l’inserimento nella raccolta né, tantomeno, vincere uno dei premi aggiuntivi destinati ai primi tre classificati. L’utilizzo di mail temporanee, o il voto di una stessa persona con una mail differente, sono severamente vietati. Vi invitiamo alla sportività per non danneggiare gli autori che avete invece intenzione di sostenere. Grazie.

    • Michaela Pinto ha detto:

      Salve, è successo qualcosa come un doppio voto?

      • Arianna Giancola ha detto:

        Purtroppo sì. E non si parla di qualcuno che non ha visto caricato il suo commento e che quindi ha replicato. Quando segnaliamo in questo modo è perché qualcuno ha votato più volte, in genere cambiando mail. Sappiamo che non dipende dagli autori e che spesso è il “troppo entusiasmo” dei lettori, ma per regolamento e per rispetto nei confronti degli altri partecipanti, dobbiamo segnalarlo.

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