COME SI SCRIVE UN ROMANZO – CONSIGLI DI SCRITTURA PER AUTORI ESORDIENTI

Mondo dello scrittore

Se siete qui a leggere questo post, probabilmente avete scritto un romanzo o state pensando di scriverne uno e la prima cosa che è davvero importante sapere è che chiunque può buttare giù duecento pagine di testo, a condizione di avere tempo e costanza, ma scrivere un libro è una cosa estremamente diversa.
In questo articolo, quindi, vedremo insieme quali sono le condizioni necessarie e alcuni degli errori più comuni tra gli autori esordienti da evitare assolutamente quando si vuole intraprendere la strada della scrittura.

Il primo elemento necessario per scrivere una storia è avere una storia da raccontare.
Vi sembra così banale? Eppure sono tantissimi i giovani autori che tendono a riempire le pagine di nulla. Se quello che avete da raccontare si riesce a riassumere in cinque righe, allora difficilmente riuscirete a trarne davvero un libro. O, più probabilmente, non avete ancora le idee chiare sulla vostra opera.
Quindi come fare per capire se avete in mano una storia o solo un’idea?
Semplice: provate a scrivere la sinossi del vostro testo, un riassunto quanto il più dettagliato possibile della trama, e poi rileggetela. Cosa ne pensate? Lo avete già letto in mille altri libri? Mettendo da parte il vostro ego, pensate che sia una storia che vi piacerebbe leggere o che comprereste? La trama è abbastanza definita o ci sono dei buchi enormi che ancora non sapete come riempire? Se quello che viene fuori è come lo avevate immaginato nella vostra testa allora potete procedere, altrimenti è necessario continuare a pensarci fino a che non riuscirete a trarne una trama completa.
Eh, ma io scrivo a braccio inventando man mano”. Anche questa è una tecnica, certo, ma ciò non toglie che nella vostra testa ci debba già essere almeno un canovaccio di storia, una serie di elementi che ne rappresentano dei punti fermi. Se non ci sono vuol dire che qualcosa non va.

Per essere uno scrittore bisogna essere per prima cosa dei bravi critici di se stessi.

Un altro elemento essenziale è il “saper scrivere bene”.
Ma cosa significa davvero? Questa formula così spesso utilizzata alla leggera comprende in realtà molte cose che non sono né banali né scontate.
Saper scrivere bene significa in primo luogo conoscere la propria lingua: la grammatica, la sintassi, la forma, saper distinguere i diversi registri linguistici, avere un vocabolario abbastanza ampio da essere in grado di supportare la trasformazione in parole delle vostre idee… e poi prendere tutto questo e saperlo unire per creare “la vostra melodia” attraverso le parole. Per ottenere tutto questo c’è solo una strada: leggere, leggere, leggere e scrivere, scrivere, scrivere. Perché, ricordate, un bravo scrittore non può non essere anche un grande lettore.

Come per fare una torta è necessario conoscere gli ingredienti, così per la scrittura è necessario conoscere gli elementi costitutivi del romanzo: la trama, l’intreccio, i personaggi, l’ambientazione, lo stile e i dialoghi. Oltre a questo bisogna anche avere chiari altri concetti come il ritmo, lo show don’t tell, il cliffhanger, “il viaggio dell’eroe”…
Sono tutti elementi che si imparano con la lettura, lo studio e la pratica. Certo, tra voi ci possono sicuramente essere dei talenti naturali, dei Mozart della scrittura, dei Pelé della letteratura, ma siamo onesti: quante possibilità ci sono? Per tutti gli altri ci vuole volontà, costanza e impegno.

Infine è essenziale dipingere personaggi interessanti e “veri”. È necessario avere una conoscenza assoluta dei propri personaggi, perché questo è ciò che permette di renderli reali e vivi. Se non avete un’idea più che chiara dei vostri protagonisti, se non riuscite a visualizzarli chiaramente, se non sapete quali siano i loro punti deboli e le loro virtù, allora non sarete in grado di farli davvero vivere, non riuscirete a fare in modo che il lettore possa vedere attraverso i loro occhi e provare le loro emozioni.
Prendetevi del tempo per realizzare delle schede dei personaggi il più dettagliate possibile: descrizioni fisiche, gusti di abbigliamento, carattere, manie, difetti, pregi, imperfezioni… tutto quello che vi viene in mente. Questo vi aiuterà senz’altro a rendere le loro azioni e i loro pensieri all’interno della storia molto più naturali e sentiti.

Tutti questi elementi insieme sono quelli che permettono di costruire solide basi per un romanzo, perché potete anche avere l’idea più bella del mondo, ma se non sapete renderla al meglio, se i vostri personaggi sono piatti e senza una vera psicologia definita, se i dialoghi suonano falsi, se non riuscite a mostrare al lettore le immagini che avete in mente… avrete davvero sprecato una buona possibilità.  

E il talento?
Il talento, quello vero, è una cosa rara e può essere il punto di svolta per arrivare al successo, può determinare la differenza tra un libro carino e un romanzo splendido. Ma potrete scoprire se lo avete soltanto provando.

Ci sono poi una serie di “errori” che gli scrittori alle prime armi compiono senza rendersene conto e che, in genere, sono dettate dall’inesperienza. Avete presente quando nelle recensioni trovate scritte cose del tipo: la storia è bella anche se ci sono delle ingenuità, oppure lo stile è ancora un po’ acerbo, o ancora ha delle potenzialità che siamo certi miglioreranno nel secondo volume della storia… Ecco, stiamo parlando proprio di questo.

Uno degli errori più classici, specialmente per gli scrittori di genere fantasy e fantascienza (in tutte le loro sfumature e sotto-generi) è quella di iniziare a scrivere una saga.
Avete in mente una storia epica, che si dipana per decenni, con guerre, fazioni, sotto-trame, risvolti socio-politici-romantici, con decine di personaggi… ma siete sicuri di essere in grado di portare a termine un’opera così titanica? Quello che capita spessissimo, in realtà, è che nel primo (e magari anche nel secondo) libro non succeda assolutamente nulla! Si impiegano 400 pagine per presentare i personaggi e la situazione e quando finalmente si potrebbe entrare nel vivo dell’azione, il libro termina con il fatidico “continua…”
Il problema vero, in questi casi, è che possono succedere due cose: o non scriverete mai il secondo (o terzo) volume – e, credeteci, succede più spesso d quanto possiate pensare – o il lettore non lo leggerà mai.
Meglio avere il coraggio di tagliare tutto il superfluo e concentrare di più la storia (magari eliminando anche delle belle scene, se serve), che impiegare 800 pagine per raccontare quello che si potrebbe dire in 300.

Un altro elemento tipico degli esordienti è l’utilizzo di un nutrito gruppo di personaggi tra i quali alternare in continuazione il punto di vista.
In genere questo errore è dovuto al fatto che, quando si scrive, si hanno nella testa una serie di scene e di “inquadrature”. Quando non si padroneggiano bene gli strumenti della scrittura (vedi quanto abbiamo detto prima) si tende quindi a replicare queste immagini su carta “saltando da un occhio all’altro”.
Questo non solo è molto fastidioso per il lettore (che molto spesso si ritrova a non sapere più attraverso quali occhi stia guardando la scena), ma anche deleterio, perché quasi impossibile da gestire correttamente.
Bisogna ricordare che state scrivendo un libro, non una sceneggiatura per il cinema.
È una cosa estremamente differente perché nella scrittura non esiste l’uso della telecamera: la bravura di uno scrittore si vede soprattutto in questo.

Resta infine un ultimo problema, che è comune a tutti i generi ma che riguarda soprattutto le opere fantasy e di fantascienza: la sospensione del’incredulità.
Quando qualcuno legge un libro, normalmente accetta per buone cose a cui non crederebbe mai nella realtà. Per esempio: se leggete in un libro fantasy che qualcuno “lancia una palla di fuoco” lo accettate senza problemi, ma se ve lo dicessero nella realtà non ci credereste mai. Ecco, questo si chiama “sospensione dell’incredulità del lettore”. Questo però non significa che in un romanzo possiate far fare ai personaggi tutto quello che volete. Devono comunque esserci delle regole e devono essere rispettate.
Molti autori alle prime armi non amano molto essere vincolati e, così, capita spesso di leggere di tecnologie impossibili in storie ambientate nel presente, di un tizio qualunque che in una settimana diventa un campione di arti marziali, di investigatori che risolvono delitti senza una spiegazione logica e di maghi apprendisti che eseguono magie impossibili senza subire il minimo danno.
Se descrivete un combattimento a cavallo dovete essere certi di come funzioni, se descrivete una nuova tecnologia dovete essere in grado di spiegarne il funzionamento in modo credibile, se state investigando sulla morte di qualcuno dovete seguire una scia di briciole di pane, se descrivete un luogo dovete conoscerlo.
Perché se il lettore comincia a dubitare, statene certi, a un certo punto chiude il libro e se ne va.

Speriamo che queste “nozioni sparse e spicciole” possano esservi di aiuto, ma se avete qualunque tipo di dubbio, o volete saperne di più su qualche argomento in particolare, non esitate a lasciarci un commento o a scriverci attraverso il nostro form di contatto.

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