I LIBRI E LA MODA: LA NARRATIVA DI GENERE

Quando mi capita di parlare con aspiranti autori che stanno scrivendo o hanno in mente di scrivere il proprio libro, una delle domande che mi viene rivolta più spesso è proprio quella da cui ho tratto il titolo di questo articolo:

Quali sono i generi che attirano di più?

Come se un autore, soprattutto se esordiente, potesse decidere di virare il corso della trama del proprio libro, o comunque improvvisarsi scrittore di un genere diverso da quello in cui gli era venuto inizialmente spontaneo muoversi.
Attenzione: non sto dicendo che non si possano padroneggiare più generi con ciascuno il proprio stile, però – ed è un tema di cui abbiamo già parlato in questo articolo – soprattutto chi è alle prime armi dovrebbe lasciare correre la penna sul foglio (o le dita sulla tastiera) secondo la propria personalissima spinta creativa, senza stare troppo a badare alle classifiche o alle statistiche di vendita. Perché quando ti trovi a dover “inseguire” la moda del momento, vuol dire che sei già arrivato troppo tardi.
Questo non significa che si debba ignorare completamente l’andamento del mercato librario, soprattutto se si vuole provare a metterci un piede dentro, perché sebbene non sia consigliabile il mettersi a trafficare con materie che non rientrano nelle proprie corde, è comunque utile sapere da che parte tira il vento.

Fatta questa doverosa premessa, scendiamo un po’ più a fondo nel tema.
La fonte principale delle informazioni riportate in questo articolo è il mio lavoro: da libraia maneggio ogni giorno classifiche di vendita e richieste dei clienti; per quanto riguarda i dati esatti, invece, faccio affidamento sul report ISTAT “La produzione e la lettura di libri in Italia” che ha cadenza annuale, viene pubblicato ogni dicembre e riporta le statistiche dell’anno precedente. Quello disponibile ora, infatti, è aggiornato al 31 dicembre 2018.

Con “genere letterario” si intende tutta una serie di tòpoi che rendono un’opera classificabile secondo una specifica nomenclatura. Secondo il BISAC (Book Industry Subject and Category) esistono 239 generi e sottogeneri solo nella narrativa; questo fa immediatamente intuire, ed è una verità universalmente riconosciuta, che pretendere di etichettare un libro sulla base di una o più caratteristiche principali è una cosa che non è mai andata giù a scrittori, editori, librai e anche lettori, che si sono quindi adoperati per spaccare il capello in quattro(mila) e specificare sempre meglio il genere, suddividendolo in sottogeneri e sottogeneri dei sottogeneri in una spirale che rende il lavoro del libraio, credetemi, davvero complesso a volte.
Perché è importante sapere questo? Perché il genere più venduto, che di per sé non è nemmeno un genere, è indubitabilmente la narrativa mainstream che un tempo veniva definita “alta”, ma che al giorno d’oggi, non ha – non sempre, quantomeno – più dignità della narrativa di genere; e, viceversa, la narrativa di genere non è necessariamente inferiore o di qualità scadente rispetto alla “letteratura universale”. Questo è un pregiudizio che ha da sempre afflitto la narrativa di genere, definita oggi anche narrativa di consumo – inteso come consumo di massa – investendo anche gli stessi autori e autrici che, in qualche modo, vengono marginalizzati nonostante spesso producano opere di qualità. Jane Austen è un’esponente della letteratura “alta” o del romance? E Philip Dick? E Stephen King?

Questo “peccato originale”, che nasce intorno ai libri d’appendice e si sviluppa fino a contaminare gli odierni gialli, romanzi rosa, fantasy, ecc… non impedisce, però, a questa letteratura immeritatamente bistrattata di avere un suo – folto – pubblico.
Nella filiera dell’editoria si è soliti dire che il mercato librario sopravvive grazie a pochi lettori ma buoni (vi rimando a questo articolo per maggiori dettagli sulla composizione del tessuto di lettori italiano) e la letteratura di genere non fa eccezione. I lettori che, ad esempio, divorano fantasy o gialli, sono molto affezionati al genere e raramente escono dalla propria zona di comfort, anzi, sono aggiornati e seguono da vicino le nuove pubblicazioni, sostenendo spesso anche autori esordienti.
Mentre le vendite di narrativa generica sono più ondivaghe, stabili ma con un pubblico molto eterogeneo, la letteratura di genere ha la capacità di fidelizzare saldamente il lettore (questo anche perché nel fantasy, nella fantascienza o nella narrativa rosa è più facile incorrere in saghe piuttosto che in libri autoconclusivi), che esplorando in profondità il genere e affezionandosi ad autori e personaggi, garantisce la prosperità della produzione editoriale.

Ci sono poi generi che vengono considerati evergreen e generi invece molto stagionali: le vendite di gialli, per esempio, si impennano d’estate, come letture fresche e avvincenti, perfette sotto il solleone d’agosto; mentre il romance, che vende comunque bene tutto l’anno, raggiunge il picco in autunno/inverno, quando col freddo e la pioggia che ci entrano nelle ossa abbiamo solo voglia di accoccolarci su una poltrona con una tazza di tè e farci riscaldare il cuore da una bella storia romantica… Possono sembrare luoghi comuni, ma vi assicuro che le vendite riflettono esattamente questi stati d’animo. Il fantasy e la fantascienza, invece, non hanno particolari picchi di vendita e restano stabili più o meno tutto l’anno.
C’è poi quella che in gergo viene definita “varia”, ossia i libri di cucina, le biografie di personaggi dello spettacolo o noti per qualche motivo (calciatori, vincitori di talent, ecc…) che ultimamente, soprattutto nella categoria youtubers, è molto in voga.
Ma su questo, se vi interessa, scriverò appositamente un articolo, perché in quel comparto la moda del momento svolge un ruolo chiave.

Ma tirando un po’ le somme e cercando quindi di rispondere alla domanda iniziale, ecco i dati duri e puri del report ISTAT di cui sopra:

Libri pubblicati nel 2018: 75.758
Sono 207 libri al giorno.
Ma fa più impressione in questi termini: sono 8 libri all’ora.

L’Italia è quel paese meraviglioso dove si pubblicano 8 libri all’ora e si legge forse mezz’ora al giorno.

Fatto 100 il totale di libri pubblicati, la narrativa, che è l’ambito che ci interessa in questa analisi, copre appena il 34,9% così ripartito: i gialli sono il 6,2%, la poesia e il teatro lo 0,6%, mentre il restante 28,1% se lo spartiscono la narrativa universale, il romance, il fantasy e la fantascienza, che purtroppo escono come dati accorpati.
Questo vi fa capire come sia difficile parlare di generi in termini assoluti, al punto che il grande contenitore verso il quale si sta lentamente spostando l’interesse generale del grande pubblico è stato definito (come scrivevo qualche riga più in su) varia, come se non fosse nemmeno più importante capire cosa ci cade dentro a quella varia.

Per non lasciare l’amaro in bocca concludo questa disamina con una luce di speranza: i libri pubblicati sotto il cappello della varia, che è ormai sempre più orientata verso quello che gli addetti ai lavori chiamano instant book, ossia il libro legato al fenomeno del momento, sono giocoforza vittime della stessa rapidità con cui ascendono, infatti spesso finiscono nell’oblio dopo pochi mesi. Sugli scaffali del fantasy o della fantascienza (meno su quelli del giallo e del romance, che sono generi con una rotazione di offerta molto più rapida) sopravvivono ancora, e spesso con ottime vendite, capolavori che ci hanno appassionato e conquistato già trent’anni fa (e a volte anche di più) e godono di ottima salute accanto a promettenti prime opere di autori esordienti che non aspettano altro che di essere scoperti da lettori curiosi come i fan di Universo Fantasy certamente sono!

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